Da oggi, nuova versione di TIM Tribù. Avete presente la martellante campagna pubblicitaria con il vigile urbano De Sica? Quella in cui sembrava che si chiamasse ad 1 cent/min, mentre comunque si spendono almeno 17 cent per via dello scattone da 16 cent alla risposta?

Il “pizzardone” De Sica non potrà più promettere chiamate e messaggi ad 1 cent/min, perchè la nuova versione di Tim Tribù prevede chiamate a 9 cent/min (+ scatto da 16 cent) con tariffazione a scatti da 30 secondi. Una chiamata ha quindi costo minimo 20,5 cent, sempre che sia verso un numero della Tribù. Altrimenti costa 19 cent/min più scatto da 16 cent.

I messaggi? Gli SMS passano da 1 cent a 15 cent e gli MMS da 10 a 49 cent.
E la nuova Tribù non balla più. Quella vecchia ballicchia, perchè per ora i vecchi prezzi rimangono in vigore per chi ha sottoscritto Tribù entro il 5 febbraio.

La mossa di Tim – che ha suscitato numerose proteste in Rete – mira ad introdurre un canone mensile di 5 euro in un’offerta che fino al 5 febbraio era gratuita. La nuova versione della Tim Tribù prevede infatti l’attivazione automatica di una carta servizi da 5 euro, che dura 30 giorni e ha un limite di 1000 tra minuti e messaggi al mese.

Con questa carta servizi, si torna a pagare verso i numeri della Tribù 1 cent (più scatto) per le chiamate. Un cent per i messaggi, 10 cent per gli MMS. Al termine del mese, nuovo obolo da 5 euro, oppure i prezzi della Tribù aumentano.

Per camuffare gli aumenti, Tim offre nel primo mese (entro 28 febbraio) un bonus da 5 euro… i soliti esagerati! Per febbraio e marzo, inoltre, push to talk gratis. Bisogna avere un cellulare abilitato e invece di telefonare, si chiacchiera con un servizio walkie-talkie-style.

Che pensare della manovra di Tim? Una normale evoluzione dell’offerta commerciale, condita dalle solite complicazioni stile Tim. Il gestore avrebbe potuto dire nei mesi scorsi “Caro cliente, ti offro questa offerta Tribù. Costa 5 euro/mese, ma per i primi tot mesi non ti faccio pagare il canone“.

Forse meno clienti sarebbero corsi tra le braccia della Tribù (che, a dirla tutta, rchiede un mutuo per pagare le telefonate esterne al gruppo di numeri predefinito), ma la trasparenza sarebbe stata maggiore.

Al primo errore (non aver comunicato le scelte commerciali è comunque stata una scelta precisa), se ne aggiunge ora un secondo. Anzichè mettere nuovi prezzi e dire “se vuoi quelli vecchi attiva la carta servizi” e poi attivarla automaticamente a tutti, sarebbe stato più efficace e facile dire “Caro cliente, Tim Tribù come la conosci diventa a pagamento: 5 euro/mese”.

Ma l’ufficio complicazione cose semplici di Tim evidentemente non era d’accordo… meglio quarantacinque prezzi con ventisette asterischi e novantotto rimandi a scritte minuscole. Così de Sica potrà impazzare in Tv dicendo che “La nuova Tim Tribù regala il Push To Talk”.