Oggi chiunque si recherà da un tabaccaio per acquistare una ricarica telefonica tornerà a casa senza. C’è sciopero:

Il primo sciopero, quello già annunciato dalla Federazione Italiana Tabaccai (FIT), si protrarrà per tutta la giornata di oggi e vi aderiranno anche le edicole. Mentre dal 21, ossia domani, prenderà vita una protesta ancora più dura indetta da Agemos, un’associazione a cui fanno capo i distributori e venditori di “tabacco lavorato” ma anche coloro che rivendono schede prepagate. L’idea di Agemos è di dar vita ad una chiusura ad oltranza delle vendite di ricariche fino a quando alle piccole imprese di settore non verrà riconosciuto quel che chiedono. (da PI)

Era prevedibile che i gestori, obbligati ad eliminare il costo di ricarica per legge, diminuissero i margini dati ai grossisti. E’ il secondo effetto del decreto Bersani: prima la rimodulazione dei piani tariffari, con aumenti sullo scatto alla risposta e sul costo al minuto, poi la maggior difficoltà a reperire le ricariche. Già, perchè lo sciopero non è che il primo passo:

Con un secco comunicato a rivenditori e grossisti, Vodafone annuncia che il compenso spettante ai reseller delle proprie ricariche sarà quasi dimezzato a partire dai prossimi approvvigionamenti. La notizia ha dell’incredibile: praticamente un rivenditore in una scratch card da 10 euro arriva a guadagnare in media meno di venti centesimi, sui quali tra l’altro dovrà pagarci le tasse. Una escalation continua al ribasso, quella dei compensi sulla vendita delle ricariche: in 10 anni si sono abbassati in media dall’ 8% al 3% (scarso). Con l’ultima mossa, Vodafone si equipara a Tim che ha lasciato invariato il listino (da notare che gli aggi di Tim erano i più bassi in assoluto) e a 3 Italia, dato che anche la casa di Trezzano ha informato i rivenditori dei prossimi tagli agli aggi che saranno operativi in tutta Italia presumibilmente dalla prossima settimana; non saranno drastici come quelli di Vodafone, ma comunque significativi. Cosa significa tutto questo? Semplice: molti rivenditori ne faranno a meno.

Come sottolinea Newsmobile, a fronte di un esborso (magari anticipato) consistente, il guadagno esiguo non giustificherà più l’investimento (e lo storaggio, con tutti i rischi del caso) di migliaia di euro in ricariche telefoniche. Ai tagli dei gestori, infatti, vanno aggiunte quelle spese accessorie che adesso incideranno non poco quali i costi di spedizione (pensate: in un ordine di 400 ricariche Vodafone da 10€, la metà di quello che ci guadagna un rivenditore va perso per le spese di spedizione!).