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Apro il giornale e leggo: “Più incidenti e vittime con il bel tempo. Tre sinistri su quattro in Italia avvengono col cielo sereno. Meno con la pioggia, percentuali minime con la neve e la nebbia”. I dati precisi di questa “ricerca” su Repubblica.

A leggere i pezzi non sembrano esserci dubbi: se c’è il sole ci sono più incidenti (il 76,8% del totale), più morti (72,3%) e più feriti (75,5%). Insomma, sembra proprio che viaggiare con la neve, la pioggia, la nebbia sia più sicuro.

Sicuri? Una delle (poche) cose che ricordo dell’esame di statistica – anzi, ‘Metodi statistici, probabilistici e processi stocastici’, M(PS)^2 in gergo – è la normalizzazione. Nel caso delle statistiche sugli incidenti, il calcolo delle percentuali tenendo conto dei giorni totali di sole e di quelli quelli di pioggia. E’ banale: se ci sono 350 giorni di sole su 365, la maggior parte degli incidenti avverrà col sole.

La normalizzazione tiene conto di questo dato e “modifica” di conseguenza le percentuali. Se su 100 giorni di sole capitano 10 incidenti e su 100 giorni di pioggia 40, quale sarà la condizione più sicura per viaggiare? Banalmente il sole (10% di probabilità contro il 40%). Dalle statistiche pubblicate questo non risulta (sebbene il Corriere accenni la questione… ma il titolo non lascia dubbi sull’errore).

E’ quasi come sostenere che l’auto sia più sicura dell’aereo perchè quando si vola e c’è un incidente, nel 99% dei casi non c’è scampo mentre in auto ci si salva quasi sempre. Ma tutti sanno che l’aereo è un mezzo di trasporto più sicuro dell’automobile. O meglio, lo sanno coloro che normalizzano i dati…