Mail da Iliad? Finiscono nello spam

Parecchie segnalazioni di come il (nuovo) operatore mobile italiano Iliad abbia qualche problema da mettere a posto, perchè le mail finiscono nella cartella dello spam.

Dopo il tema degli IP francesi (la connessione dati Iliad “esce” da IP francesi per cui quando navigate vi riconoscono come utente francese… e eventualmente bloccano i servizi geo-locked) oggi è la volta delle e-mail che finiscono inevitabilmente nella casella della posta indesiderata.

Un errore banale ma rilevante: Iliad invia mail con IP 83.158.4.26. Analizzando questo IP, si può notare come

Query: 26.4.158.83.in-addr.arpa. – Query type: Any record

Answer:
26.4.158.83.in-addr.arpa. 86400 PTR smtp1.iliad.it

x risoluzione di smtp1.iliad.it. 86400 A 83.158.4.26

ovvero Iliad non ha configurato record MX e A nel reverse dell’IP (ma solo A nel reverse domain). Per la maggior parte dei server di posta che ricevono mail, la mancanza del record MX viene letta come impossibilità a ricevere risposta, e dunque fa scattare il filtro antispam.

Addio Punto, addio Fiat

Addio, Punto. La macchina che nel 1997 ha stoppato l’egemonia della Golf (per 14 anni  di fila macchina più venduta in Europa, fino appunto all’arrivo della Punto). Nove milioni di esemplari. L’ultima vera auto Fiat per la famiglia. Ricordo ancora la presentazione in piazza Vittorio con delle (per l’epoca) avvenieristiche proiezioni laser verdi. 

Venerdì a Balocco Marchionne sancirà la fine lenta e ingloriosa del marchio Fiat (rimarranno solo 500 e Panda e poco altro) e ucciderà le velleità globali annunciando l’uscita stavolta definitiva da Stati Uniti e Cina.

 In tutto questo, lo stop alla produzione della Punto e la mancanza di un modello successore è la (drammatica) espressione della fine di un’epoca. La Punto è morta, viva la Punto.

Iliad prezzi stracciati (ma non per sempre)

L’hanno chiamata rivoluzione Iliad con tanto di hash #Rivoluzioneiliad e, a ben vedere, le premesse per qualche scossone al mercato italiano ci sono. L’offerta presentata oggi dal giovanissimo CEO italiano – il 29enne Benedetto Levi – è spettacolare: 5,99 euro/mese senza ulteriori costi per avere in cambio minuti di chiamate voce e SMS illimitati, a cui aggiungere 30GB/mese per di dati, 4G+ compreso se la copertura è disponibile. In più, voce illimitata verso 60 destinazioni estere fisse e 2GB di traffico estero (ipotizzo fuori EU? Non si capisce molto…).

L’offerta è limitata al primo milione di clienti ed ha un costo di attivazione di 9,99€ con consegna gratuita della sim a casa, dopo aver effettuato ordine, upload dei documenti di identità e pagamento sul sito Iliad. Troppo bello per essere vero?

Iniziamo dal fondo: un operatore che debutta sul mercato deve scontare fortemente la tariffa per convincere le persone a diventare clienti. Il prezzo è del 40-50% sotto la media di mercato, ma conoscendo le dinamiche di prezzo viste negli anni passati non si può escludere che tra qualche mese il prezzo aumenti. Nonostante il “per sempre” sbandierato urbi et orbi infatti, basta leggere le condizioni contrattuali per vedere che Iliad non si discosta dagli altri operatori: diritto di cambiare il prezzo previo preavviso, e diritto del cliente di recedere senza costi.

Un prezzo così aggressivo può avere due effetti: costringere gli altri operatori a seguire la gara del ribasso (un po’ quello che successe con 3Italia, grazie alla quale i prezzi scesero molto più in fretta) e distruggere valore sul mercato, in un momento in cui agli operatori è richiesto l’ennesimo sforzo economico per costruire la rete 5G, aggiornare la rete 4g al 4G+ e pagare le licenze. Dinamiche classiche ma in un conmtesto di mercato dove 3 operatori stanno stretti, l’arrivo di un quarto accelererà le risposte alle tante domande che i consumatori si pongono.

Il secondo tema interessante è quello dell’assistenza. Levi ha insisitito molto sulla scarsa qualità dell’assistenza degli operatori mobili attuali, lasciando intendere che quella Iliad sarà superiore. L’operatore però è noto per la struttura snella e low-cost, sarà dunque necessario un forte ricorso al self-service e all’automazione. Tra qualche settimana i primi clienti potranno probabilmente verificare se le promesse saranno mantenute, consapevoli del fatto che l’assistenza telefonica ha costi elevati e Iliad opterà probabilmente per offrire l’opzione voce solo come caso limite dopo varie escalation.

Il terzo tema è quello della rete: Iliad lancerà con roaming su rete WindTre e parte della propria rete (frequenze lasciate libere dalla fusione di Wind e 3 Italia), non è chiaro quanto sia estesa la copertura 4G (il 4G+ è al momento circoscritto a qualche antenna) e se in assenza di retre diretta il roaming sia solo su 3G. Da approfondire.

Piccola nota tecnica su privacy e GDPR: la legge vieta di raccogliere il consenso per l’erogazione del servizio insieme a quello commerciale (tendenzialmente si hanno sempre tre o quattro consensi distinti).

L’attuale raccolta – che come si vede chiede di prestare consenso illimitato a qualsiasi comunicazione – è secondo me illecita. Iliad dovrebbe modificare immediatamente il form e allinearsi a quanto prevede la normativa. Attendo di avere accesso all’area privata per verificare se posso gestire i consensi singolarmente.

Infine, qualche sbavatura sul sito, che mescola italiano e francese (e inglese: provando a proseguire senza dare il consenso, l’errore è in inglese). Nulla di grave, ma il segnale che la partenza è avvenuta “di corsa” lasciando qualche test per strada…

Ho ordinato una sim, molto bene la customer experience del sito, a parte qualche piccolo “trucco” (ad esempio ci ho messo un po’ a capire che non ero obbligato a pagare con la carta sdi credito ma potevo ricaricare mensilmente, perchè l’opzione è un po’ nascosta), qualche sbavatura (vedi sopra i messaggi in tre diverse lingue) e qualche furberia (la raccolta privacy che secondo me non rispetta la normativa).

Adesso sono in attesa di ricevere la sim e di effettuare la portabilità del mio numero. Vi tengo aggiornati 🙂

 

UPDATE ore 4 pm del 29/5:
Low cost non dovrebbe significare low quality. Iliad ha usato per esporre la copertura del proprio sito Google Maps versione gratuita, che ha un limite al numero di chiamate API fattibili. Oltre, tocca pagare oppure le mappe vengono disabilitate. Risultato della scelta: impossibile verificare la copertura sul sito.

 

 

 

 

 

Qualche mix francese/italiano anche nell’area personale, dove “manuale” diventa “manuel”. L’altra cosa che ho notato è che non esiste modo di gestire on line le proprie preferenze privacy (consenso obbligatorio per erogazione servizio, consenso commerciale per offerte, consenso alla profilazione)che, nel 2018, è francamente imbarazzante.