Lunghissimo (ed interessante, soprattutto per chi lavora nel mondo della comunicazione) post di Vittorio sul lancio dell’Apple iPhone:

Sotto questo aspetto il lancio con sei mesi di anticipo dell’iPhone sarà nei manuali di marketing del 2012 un capitolo particolarmente importante: come si è riusciti ad usare per la prima volta la rete in ogni suo più piccolo ganglio, nodo, punto di aggregazione e interazione, per diffondere, disseminare, capillarizzare la conversazione attorno al prodotto senza che il prodotto fosse presente.

Ovvero, come riuscire ad attirare l’attenzione, a creare l’attesa, a far parlare del prodotto quando il prodotto ancora non c’è.

Il ghost-marketing è la concretizzazione di una legge umana fondamentale: che desideriamo e vogliamo intensamente tutto ciò che non abbiamo, mentre il possesso estingue il desiderio e apre la strada alla conoscenza critica, alla recriminazione, e, alla fine, al rifiuto.
Jobs non ha fatto l’errore di darci l’Oggetto. Ha lasciato che la nuvola dell’aspettativa si allargasse a dismisura non senza venarla delle cupezze del dubbio.

In realtà abbiamo un altro esempio da manuale del ghost marketing, tutto italiano: il lancio della Fiat 500. Se ne parla da mesi. Copertine di giornali (vedi l’ultimo Panorama con Marchionne, Elkan e Montezemolo in copertina con la nuova mini-vettura della casa torinese), servizi tv, una incredibile attesa. Che sta per finire: mercoledì a Torino, decine di 500 sfileranno per le vie della città. E, per dirla alla Zambardino, finalmente si potrà scrivere di un prodotto toccandolo e vivendolo, non solo facendocelo raccontare da chi quel prodotto lo deve vendere.