Molto lucida l’analisi del prof. Carnevale Maffè pubblicata oggi su MF. Si parla di WiMax, digital divide, licenze, nuove tecnologie. Lucida perché forse per la prima volta su un quotidiano viene dato spazio ad una riflessione che sui blog, per lo meno su Telcoeye, è partita da qualche tempo.

In sostanza, Carnevale Maffè dice: ok, il WiMax è una tecnologia promettente, ma attenzione a considerarlo una panacea per tutti i mali dell’Italia digital-divisa. Insomma, bisogna guardare al problema con “sano scetticismo”.

Tre fronti di analisi: tecnologico, industriale, regolamentare.

Tecnologico

  • lo spettro di frequenze assegnate dev’essere congruo (ad oggi non lo è), altrimenti non c’è la banda necessaria a garantire upload e download

Industriale

  • il digital divide non si cancella semplicemente liberalizzando una tecnologia, perchè la radice economica è sia sul lato dell’offerta (infrastrutture) sia su quello imprescindibile della domanda (di servizi). In altre parole, le nuove tecnologie vengono prima sviluppate dove conviene economicamente (dove c’è domandaa) e poi si soddisfa la domanda marginale (dove oggi non c’è ancora ADSL). Insomma, il WiMax arriverà prima in città che in campagna
  • rendere antieconomico l’investimento obbligando gli operatori a coprire dappertutto non aiuterà lo sviluppo del WiMax
  • la nascita di micro-operatori locali in grado di garatire il servizio e le infrastrutture è “una previsione romantica”
  • piccoli player locali sono sottocapitalizzati e non possono garantire un livello di servizio adeguato perchè manca economia di scala
  • i comuni non hanno e non devono avere come core-business quello di fare gli operatori infrastrutturali
  • i tempi medi decisionali della pubblica amministrazione sono incompatibili con quelli della tecnologia
  • nei mercati con esternalità positive di rete, è la creazione di macro-aree e non la frammentazione a fare la differenza: massa critica, insomma

Regolamentare

  • il prezzo delle licenze non deve essere da strozzinaggio come accaduto per l’UMTS
  • garanzia di apertura a tutti gli operatori nazionali ed internazionali
  • massimizzare efficacia e rapidità di diffusione della tecnologia
  • il WiMax mobile modifica sostanzialmente le condizioni competitive che sottostavano la vendita delle licenze UMTS. Se si vuole che l’Italia continui ad attrarre investimenti che continuino a garantire la leadership mondiale nelle tlc mobili, non si può non tener conto di chi ha già investito a certe condizioni.

Chapeau 🙂