Prendo spunto da questo post di Luca sul modello di business dei giornali:

Il problema è che se ci si concentra solo sulla piattaforma, nei giornali, non si va da nessuna parte: non serve difendere la carta, sostenere internet, immaginare la crossmedialità, se non si lavora contemporaneamente anche alla cultura dei giornalisti, alla qualità dei contenuti, alla innovatività del percorso culturale che i giornali decidono di intraprendere.

Il giornale non è la sua carta, ma se la qualità dei contenuti è quella vista durante la recente tragedia abruzzese (vedi la sciacallaggine del tg1 o alcuni servizi che di giornalistico hanno ben poco), allora forse è meglio ripartire da zero.

Il percorso deve essere parallelo: il binario della tecnologia e il binario dei contenuti. Spesso pensiamo che il binario dei contenuti sia già quello giusto, che i giornalisti siano già pronti e che in fondola crisi dell’informazione possa essere risolta solamente trovando un modello di business diverso.

Niente di più sbagliato. Al di là delle polemiche (si veda ad esempio quella delle foto finte pubblicate da Corriere.it), è che se non si cambia l’atteggiamento dei giornalisti nessuna nuova piattaforma, nessuna tecnologia potrà salvare il mondo dell’informazione dal declino.

Non può, nel mondo dell’informazione, esistere un modello di business che non tenga conto della qualità dell’informazione stessa. De Bortoli nel discorso di insediamento al Corriere:
Pensate a quanto è ancora forte, pur con diffusioni calanti, il rapporto fra un lettore e il suo giornale. Quando molti di voi, io compreso, cominciavano questa professione, il lettore usciva di casa e arrivava in edicola senza sapere nulla di ciò che era successo il giorno prima. Oggi quando esce di casa sa già tutto. Spesso ha già il giornale sul proprio computer o palmare. Entra in un bar con un video acceso. E così nel metrò. Gli danno in mano tre o quattro free press. Eppure, esausto di tanta informazione in pillole e gratuita, arriva in edicola e compra, ripeto compra, il suo giornale. Ebbene, un rapporto straordinario, un legame fortissimo, di pelle.

Qualità dell’informazione, rapporto con il lettore… molto più che la semplice tecnologia. Quanti degli addetti ai lavori se ne sono già accorti? Pochi. O sbaglio?