Mantellini, partendo da una riflessione di Luca, ha buttato un sasso nello stagno sul tema delle reti WiFi aperte (o chiuse) a tutti:
Ma io voglio essere positivo e francamente di quelli che continuano a ripetermi “Si internet e’ bella pero’….”me ne infischio. Cosi’ la mia rete senza fili era e resta libera (c’e’ anche un router Fon alla bisogna). Ma voi, mi raccomando, fate come vi pare. Magari appostati con un binocolo nel fossato ad aspettare qualcuno che progetti di fregarvi la marmellata.

E le acque, tra commenti e post su altri blog, si agitano un poco. Alex ad esempio scrive:
La filosofia libertaria mi affascina, ma in questo caso credo si sia varcato il confine tra generosità e incoscienza. Tutti i rapporti di sicurezza che ho letto non parlano di “proteggere il wifi per evitare che altri sfruttino la vostra banda”. Ma di proteggerla per evitare di esporre il proprio sistema e i dati personali agli attacchi di malintenzionati. Di questa stregua, si può lasciare aperta anche la porta di casa, così chi ha freddo si ripara

E’ banale osservare che si incrociano, nel sasso lanciato da Mante, due filoni filosofici opposti: il tema della condivisione delle risorse (io ho qualcosa e la condivido con te, anche se sei un estraneo) e il tema della sicurezza (non ti conosco, per cui non mi fido e mi proteggo chiudendo la rete).

Non credo ci sia un giusto o uno sbagliato, semplicemente c’è un prevalere dell’una o dell’altra filosofia. Senza andare in Danimarca, anche in Val Susa (nei pressi di Torino) e in altre vallate piemontesi, d’estate i tavolini con i prodotti tipici sono più d’uno. Non c’è la cassettina per lasciare i soldi ma devi chiamare il contadino (che solitamente abita a poche decine di metri di distanza), ma ad ogni modo chi volesse rubare i prodotti non avrebbe grosse difficoltà. Perchè succede? Non per il gusto della condivisione di una risorsa, ovvio, ma perchè evidentemente il numero di furti è assente o comunque talmente limitato da consentire l’attuazione di questa “tecnica di vendita”.

E’ giusto paragonare il WiFi alle marmellate? Non lo so e francamente poco importa, l’osservazione è un’altra: le reti WiFi casalinghe potrebbero essere lasciate aperte senza particolari remore se
– non ci fosse la mentalità del “quello che tuo è mio e quello che mio è mio
– non fosse così facile fare danni (al proprietario della rete WiFi e/o a terzi).

Il primo punto è semplice, no? Quando arrivai per la prima volta a Londra parecchi anni fa, fui colpito dai box colorati dei giornali. Alzi e prendi la tua copia, infili la moneta per pagare. Non so se sia ancora così a Londra, ma certamente è così in molte città statunitensi. Bene, in Italia questo sistema non può funzionare, perchè le copie sarebbero rubate. E’, estendendo il concetto, il “lo prendo… tanto è gratis“: quando c’è qualcuno che regala qualcosa, la tendenza è prendere quel qualcosa “tanto non lo pago”, salvo poi non usarlo o buttarlo dopo pochi secondo/metri.

Il secondo punto riguarda la tendenza di qualcuno a fare danni, con scopi precisi o per il puro gusto di fare. Non è un segreto che la filosofia hacker spesso sia sintetizzabile in “ti dimostro quanto sono bravo”, né è un segreto che i maggiori spammer del mondo usino open relay e buchino macchine altrui per inviare milioni di mail.

Bene, indipendentemente dall’approccio filosofico alla questione, a chiudere secondo me il discorso ci pensa la legge: in Italia è obbligatorio tracciare con esattezza chi si connette. Documenti alla mano, tanto per capirci. E questa è la motivazione che rende Fon illegale in Italia, anche se ovviamente i foneros italiani spesso non lo sanno, Fon Italia è disponibile ad affrontare pubblicamente la cosa.

Facciamo un’ipotesi nemmeno tanto campata in aria: io mi collego alla rete WiFi aperta di Mante, invio milioni di mail di spam, buco un paio di server, faccio un po’ di phishing e mi disconnetto. La vittima potenziale di una di queste azioni, se la prenderà con Mante, unico responsabile (in quanto – tra l’altro per scelta dichiarata – non traccia chi si collega alla sua rete WiFi). E quindi? E quindi c’è che io la rete WiFi la tengo chiusa, aprendola solo a chi voglio e conosco.