Da anni, molti consumatori cercano di far rispettare quanto previsto dalla legge: non pagare le spese di spedizione della bolletta telefonica.

L’art.21 del D.P.R. 633/72, al comma 8, dispone: “Le spese di emissione della fattura e dei conseguenti adempimenti e formalità non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo“. Ovvero, le aziende non possono addebitare ai clienti le spese di spedizione della fattura.

Sappiamo invece che le spese vengono addebitate eccome. Se in passato l’unico modo per evitare di pagare le spese di spedizione era rivolgersi ai giudici di pace (con elevata probabilità di successo) o al Co.Re.Com della propria regione, a breve potrebbe arrivare una delibera dell’Agcom a sancire la fine del balzello.

Un cliente Telecom Italia di Arezzo ha portato la società davanti al Garante tlc e ha vinto: Telecom dovrà risarcire l’utente per le spese indebitamente incassate tra il 2001 e il 2006. Se è vero che la singola delibera non vale per tutti, è anche vero che il precedente apre la strada ad una marea di richieste di rimborso. Con possibilità concreta di vittoria.

Come scrive Carmine sul Sole24Ore di oggi, per ogni bolletta Telecom Italia incassa 37 centesimi di euro (circa 2 euro/anno). Moltiplicato per quasi 20 milioni di linee telefoniche, sono 43 milioni di euro/anno che potrebbero sparire dal bilancio dell’ex monopolista.

2 pensiero su “Via le spese di spedizione della bolletta Telecom”
  1. perchè la delibera non dovrebbe valere per tutti? Se l’addebito del costo di spedizione della fattura è illeggittimo, lo è per tutti gli utenti

  2. Intendevo dire che non è una delibera “impositiva”, riguarda il caso singolo e non si applica in automatico a tutti gli utenti. Poi, ovviamente, crea un precedente e dunque un eventuale ricorso si vince, ma bisogna farlo. No?

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