Le voci circolavano da settimane, ma ormai è ufficiale: Tele2 è in vendita. La casa madre svedese, dopo aver chiuso le filiali di Francia, Portogallo e Ungheria, punta ora a fare lo stesso con la società italiana cedendone le attività.

La motivazione, ufficialmente, è che la redditività di Tele2 Italia non è più in linea con le attese della casa madre e dunque sia meglio fare cassa subito (in Italia Tele2 fattura 600 milioni di euro e ha circa 2,5 milioni di clienti, di cui 600mila in accesso diretto). Per avere redditività Tele2 dovrebbe investire in infrastrutture proprie e collegare direttamente i clienti anzichè rivendere traffico Telecom Italia (nell’ultimo anno e mezzo, Tele2 ha investito circa 80 milioni in rete propria), una strategia troppo costosa (e rischiosa).

L’abbassamento troppo rapido dei prezzi delle chiamate, che dai consumatori è visto – ovviamente – come una manna, può creare nel medio periodo scompensi di mercato che mettono in difficoltà le società più piccole. In sostanza, i volumi (a livello di minuti) restano stabili o aumentano di poco, ma i margini crollano perchè vengonmo vendute le stesse telefonate di prima a prezzi inferiori. Chi ha le spalle larghe o larghissime (i grandi operatori del settore, Telecom in testa) regge il colpo, i piccoli mollano (vedi Telvia, Elitel e Intratec-Vira) oppure cercano di uscirne indenni grazie ad un acquirente o grazie a fusioni.

Sembra un paradosso, ma la diminuzione dei prezzi può far aumentare la concentrazione di mercato (si torna all’oligopolio), il che significa che i prezzi poptrebbero fermare la propria discesa o addirittura crescere. E’ una dinamica che è in atto nel fisso (dove Telecom continua ad avere percentuali di mercato bulgare) e che potrebbe avverarsi nel mobile dove i due operatori minori (Wind e 3) in mancanza di misure pro-competitive e asimmetriche potrebbero trovarsi in forte difficoltà. Il ritorno al duopolio (l’ingresso di operatori virtuali non può essere considerata una vera apertura di mercato, come si è visto i prezzi sono elevati perchè comunque i grandi impongono vincoli stringenti ai nuovi entranti virtuali) comporterebbe una crescita dei prezzi, a svantaggio del mercato e dei consumatori.

Tornando alla vendita di Tele2, il boccone è appetibile per Vodafone, che avrebbe così un piede più stabile dentro la telefonia fissa, e Wind, che eliminerebbe un forte concorrente sul mercato consumer. Ma interessata a Tele2 Italia è anche Tiscali, che sembra ormai puntare solo su Italia e Regno Unito. De Benedetti potrebbe decidere di tornare nelle tlc investendo 150 milioni in Tiscali, il gestore sardo avrebbe così nuovi mezzi finanziari per consolidare i due mercati e pensare a nuove acquisizioni. Rumor dicono che nel caso di un accordo Tele2-Tiscali, l’attuale a.d. di Tele2 Andrea Filippetti potrebbe insediarsi come a.d. di Tiscali: chissà che ne pensa Pompei

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