Dell’ormai mitologica creatura Telecom Italia abbiamo disquisito in lungo e in largo su questo blog, ma la mail pubblicata da Duke News (la gola profonda di Telecom Italia) ha dell’incredibile: l’ad di telecom Marco Patuano scriverebbe, secondo quanto riportato, ai suoi manager per l’applicazione Facebook di Cubovision lamentandosi molto duramente.

“Abbiamo una grave carenza dei basics di come si crea un servizio, di come si alimenta una user experience, di come si fanno RICAVI. Al momento l’unica cosa che arriva dalla BU sono costi. Se vi chiudo miglioro l’EBITDA. Paolo, Fabio: non ci siamo per nulla” avrebbe scritto Patuano secondo Duke News.

Insomma, Cubovision o Cubomusica che sia, sono sempre dolori. A me piacerebbe che Patuano smentisse di aver mai scritto questa mail:  innovare vuol dire anche rischiare percorrendo strade nuove, che potrebbero non essere profittevoli da subito. Per chi fa dell’innovazione uno strumento di comunicazione (ad esempio con Working Capital, che ha un budget vicino a quello di CuboMusica) non è certo un bel messaggio.

 

[UPDATE: su richiesta dell’interessato ho rimosso i nomi – 22 luglio 2014]

4 pensiero su “Cubovision Telecom, Patuano si arrabbia”
  1. Il problema è che il progetto Cubovision di innovativo ha ben poco. Dire che è morto in partenza è fargli un complimento.

  2. Concordo con Napo, la postilla finale ci stava se parliamo di un prodotto differente, questo robo di Telecom non è innovazione. Ed è solo costo perché non se lo fila nessuno. Ma chi lo vuole?

  3. ma lui si arrabbia x la mancanza di cura e di competenza nel fare le cose. Che è un’altra cosa rispetto alla voglia di innovare, e ai possibili errori connessi
    E’ che non sono proprio capaci
    ti dirò di più: io sostengo che non ci possa essere innovazione di questo tipo nelle telco. non ci sono le competenze! e non ci possono essere con le burokrazia, le lentezze, i tempi morti, il recruiting etc…
    ma hai visto “the social network”? hai visto come faceva hiring zuck? ma ti ci vedi assumere così in una telco??!?!

  4. Non dimentichiamoci che oltretutto siamo nel paese dove alcune persone al comando dello sviluppo dicono:”Blogghisti e internettauti”.

    Il problema non sono le competenze, si trovano, il modo di assumerle, si trova pure quello, il prodotto, si migliora tutto – tutto è già stato inventato.

    Il fatto inquietante è che non ci sono idee valide perché il settore, almeno per quanto riguarda l’Italia, è legato ad un fattore di diffusione che sente la penalizzazione dell’alto tasso di analfabeti (ad oggi ci sono 5 milioni di analfabeti totali, poi ci si devono aggiungere quelli di ritorno ecc. ecc). Se io creo un prodotto che non può essere capito il prodotto non funzionerà. E’ semplicissimo fare una piccola ricerca sulla questione: andate in un supermercato e fate 3 domande su un campione di 100 persone, ci si mette davvero poco per capire che la penetrazione di alcuni prodotti non avverrà mai. I geni del marketing non usano le basi PPPP = prodotto, POSIZIONAMENTO, ecc.

    Guardate le proiezioni di navigazione in rete degli italiani, ad oggi circa 27mio di connessi, fatevi 2 sane risate.

    Se vuoi fare un cubocoso che sfondi nel mercato ci metti dentro, il calcio, il porno e le telefonate… tutto finto gratis; ah e la cosa più importante lo regali con un TV attaccata. 2 accordi con i 4 produttori di TV sul mercato sono semplici da fare. Questa è la triste realtà italiana. Siamo degli agricoltori che si sono industrializzati troppo velocemente ancora dobbiamo farne di strada per evolverci.

    Ma poi anche i problemi di banda larga, di connettività in generale. L’idea in generale non è male ma il mercato di rifermento è troppo ristretto, non faranno mai margini operativi. Ci ha provato anche Apple e non ha fatto grandi numeri nonostante il mercato USA sia più evoluto in IT.

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