L’arrotino Francesco Totti, testimonial della campagna Vodafone 1 Cent, è ingannevole. Lo ha deciso il Giurì della pubblicità, sollecitato da Wind.

La pubblicità di Vodafone non è infatti conforme all’art. 2 del codice di autodisciplina pubblicitaria, in quanto “non fornisce informazioni veritiere sull’articolazione del costo e sull’effettiva fruibilità del prezzo pubblicizzato”.

Secondo il Giurì nel messaggio Vodafone non era specificato in modo immediato e chiaro che la tariffa 1 centesimo riguardava un solo minuto di utilizzo del servizio, e con una durata massima di 50 minuti alla settimana. Inoltre, era data modesta visibilità all’indicazione riguardante il pagamento di un’aggiuntiva tariffa fissa, variabile in considerazione delle opzioni prescelte.

Interessante soprattutto il passaggio in cui Vodafone, per difendersi dall’accusa di ingannevolezza, dice che nel campo della telefonia
mobile la connotazione omissiva della pubblicità è la regola
e il consumatore, che ha ormai piena dimestichezza con questo mercato, ne è pienamente avvertito. Cosa ovviamente non vera, perchè la stessa Vodafone – ad esempio nel caso delle pubblicità comparative – insiste perchè sia specificata tutto, fino all’ultima virgola.

Il Giurì ha rispedito al mittente l’affermazione di Vodafone, perchè accettarla sarebbe come giustificare una “licenza” alla reticenza informativa.

Donne, è arrivato Franceschino (ma è ingannevolino…).

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