C’è qualcosa che mi sfugge nelle polemiche sulle retribuzioni che Foodora ha proposto ai suoi biker (2,7 euro a consegna), ed è la percezione che sia la “new economy” ad aver inventato lo sfruttamento del lavoro poco qualificato. Tutti a discutere se sia o non sia sharing economy (e no, non lo è), se la Gig Economy stia creando masse di lavoratori sfruttati o meno e se il modello sia sostenibile.

Io dico solo una cosa: lo sfruttamento del lavoro poco qualificato esiste da decenni, se non secoli. Sono sicuro che molti potrebbero raccontare dei lavoretti fatti da studenti e dintorni, (sotto)pagati e felici (o quasi). Racconto la mia esperienza…

A cavallo tra l’ultimo anno di liceo e i primi di università consegnavo pizze a domicilio. La restribuzione era di 10mila lire all’ora, per circa due ore e mezza ogni giorno di lavoro. Si lavorava due o tre giorni a settimana e per me era perfetto perchè mi permetteva di allenarmi due o tre volte a settimana, di non essere impegnato durante il giorno, di uscire con gli amici finita la serata di lavoro. E di avere in tasca quelle 50-100mila lire a settimana per non pesare sul bilancio famigliare quando andavo a ballare in discoteca o a mangiare una pizza con gli amici.

A distanza si anni, però, possiamo dire che praticamente lavoravo gratis. L’auto era a carico del fattorino, così come benzina, bollo, assicurazione e rischi relativi (ovvero usavo la mia auto, con tutto quello che ne conseguiva… incluso il rischio incidente e costi di riparazione a mio carico). Più o meno nel turno di lavoro si facevano 6-7 consegne, circa 25 chilometri. A tabella ACI, diciamo circa 20mila lire (le tabelle ACI tengono conto di benzina, ammortamento, usura, manutenzione, etc). Ovvero a fine serata, anche se mi rimanevano in mano 25mila lire, il netto reale era di 5mila lire. Il resto andava in costi per l’auto. (Apro e chiudo una parentesi: siccome l’auto comunque ce l’avevo e la volevo, ammortamento manutenzione assicurazione etc sarebbero stati comunque costi sostenuti e non recuperabili, per cui paradossalmente i soldi guadagnati con le consegne mi permettevano di recuperare in parte costi che avrei comunque sostenuto).

Potrei raccontare altri millemila lavoretti pagati a 5-10mila lire all’ora, ovvero molto meno del salario minimo decente. Ma per uno studente, andava bene così.

I bikers Foodora non hanno costi per l’auto, e tendenzialmente riuscirebbero a guadagnare 15 euro circa netti in un paio d’ore. Più delle “mie” 5mila lire. Non dico che sia molto, nè dico che sia giusto. Dico semplicemente che guadagnerebbero più di quanto guadagnava in passato uno studente. Ecco, forse questo è il problema: i bikers Foodora non sono studenti che si accontentano di arrotondare, ma qualcuno cerca di sopravvivere con Foodora come primo ed unico lavoro. Non credo sia possibile, e non vedo molte soluzioni: la consegna non può costare 7-8 euro per remunerare il fattorino e allo stesso tempo il fattorino non può vivere con 200 euro/mese. Il che riporta la lancetta indietro nel tempo: i biker di Foodora possono “solo” essere persone che arrotondano. Altre idee?

(per chi volesse approfondire, un buon punto di partenza è questo)