La prossima volta che qualche giornalista parte col pippone sulla garanzia della stampa e sull’inaffidabilità dei blog, mandategli questo link.

E’ un pezzo di Repubblica dove Leonardo Coen dà credito ad una serie di balle (Paolo le chiama, elegantemente, bufale) su quello che avrebbe fatto Hollande nei suoi primi giorni di governo translapino.

Al momento, per la cronaca, nessuna revisione del pezzo, scuse o smentite.

UPDATE:
come nella peggior tradizione giornalistica italiana, anziché rettificare il pezzo e chiedere scusa, Coen e Repubblica modificano di soppiatto l’articolo facendo finta di nulla.  Qui e quii due file prima e dopo la ‘cura’, con un commento che si commenta da sè: ” ps.: ringrazio tutti i lettori per i contributi critici, quando essi sono costruttivi e stimolanti. Chi scrive, infatti, non possiede il dono della verità, bensì quello della curiosità. Più domande, meglio è. L’informazione al tempo del web è un campo minato, come in guerra: basta sapere da che parte sta il nemico.”

E’ facile, caro Coen: il nemico sta dalla parte di quelli che non ammettono di aver preso una cantonata e di aver reso un pessimo servizio ai lettori.