Metti una ventina di persone (e altrettanti ospiti accompagnatori) in un albergo a 4 stelle sulla riviera del Garda per un weekend. Gratis. Falli mangiare bere e godere dell’ospitalità che la direzione della struttura è in grado di offrire. Con la scusa presentagli un sito di annunci di lavoro, fai un po’ di buzz in rete, chiedi qualche suggerimento. E fine del weekend.

In estrema sintesi è quanto successo alla presentazione di Jobberone, un “social network dedicato agli annunci di lavoro”. Anzi, “Nella splendida cornice del Lago di Garda, i migliori blogger in Italia sono stati invitati a una “due giorni” per assistere alla presentazione di questo nuovo progetto tutto italiano” [cit].

Non mi dilungo sul perchè un sito dovrebbe scegliere questa modalità di lancio nè sui dettagli del weekend, ci sono alcuni resoconti in rete (qui, qui , qui e qui ad esempio) che sono una delle motivazioni per cui un’agenzia di PR decide di invitare un po’ di blogger – anzi, i migliori d’Italia – per un weekend di relax. Un primo lancio stampa era già stato fatto, con questo risultato. Quello su cui vorrei spendere qualche parola è l’effetto che l’attività ha avuto sulla timeline di twitter nel weekend e sulla reazione di alcuni partecipanti ad alcune critiche arrivate successivamente.

Sul primo tema, semplicemente il weekend è stato un’invasione di spam tweet dedicati alla presentazione del progetto, con un ‘piccol0’ problema: pochissimi tweet che spiegassero il progetto, i vantaggi, il perchè sarebbe vincente rispetto ai concorrenti. Tantissimo rumore di fondo – principalmente su quanto è bello l’hotel e il posto e quanto sono simpatici i partecipanti – che ha di fatto ‘ucciso’ i pochi contenuti postati. Creando un effetto fastidioso per chi si è trovato la timeline invasa da spazzatura.In assoluto poco successo come volumi (secondo Gianandrea, 662 tweet in 7 giorni di cui 54% retweet dei presenti, dei loro familiari e dei loro blog) e come qualità.

Twitter è a mio parere una fantastica piattaforma per far ‘percolare’ i contenuti nei meandri del Web in maniera capillare, veloce, efficace: contenuti, però. Se un progetto è visto non attraverso i suoi vantaggi ma attraverso il dove presentato e quanti amici ci sono alla stessa presentazione, l’effetto comunicativo svanisce e l’attività è fallimentare.

Alle critiche sull’uso di Twitter la risposta è stata “ma c’è stato il brainstorming per dare idee ai fondatori!” e qui si inserisce il secondo tema, non certo nuovo, quello della sbroccosfera italica. E’ quella parte di persone che non puoi criticare perchè altrimenti apriti cielo. Non puoi fare osservazioni mirate perchè si offendono. Non puoi far notare che il marchettificio non è un buon servizio ai propri lettori. Con cui non puoi affrontare temi su cui c’è disaccordo, perchè non reggono la discussione. Dalla minaccia di querela in privato (noto startupper con blog)  allo sbrocco pubblico con offese personali. Un esempio (lucchettato, vi riporto il passaggio saliente) di sbroccosfera sul tema Jobberone, partito da una semplice osservazione: magnificare i risultati dell’attività (con espressioni del tipo “il brainstorming è stato un colpo di genio”) senza che questo abbia una corrispondenza oggettiva (prima di dire “ha funzionato” dovrebbe esserci la spiegazione sul cosa ha funzionato e quali sono gli indicatori usati per sostenere la tesi) non può essere un approccio corretto:

Invece di occupare i tuoi tempi morti in ufficio o in Digital Accademia mentre fai i corsi per smerdare una bella iniziativa (vista in altre millemila occasione) su Friendfeed che fa molto gruppo, beccamose a Milano a discuterne dal vivo ed in maniera vera. Dopo cinque minuti non avremo più niente da dirci, credimi. Stai ravanando sul nulla cosmico e ti confesso che manco lo capisco. C’avrai un sacco de tempo libero si vede, è ovvio. E concludo con un pubblico ‘ma che devi dimostrà?’. Non è davvero mia abitudine e c’ho tanti di quei cazzi per la testa, però al prossimo eventino, prodotto in promo, consulenzina con un minimo di hashtag me ce metto de punta e ti smerdo tweet per tweet e considerazione per considerazione. Perchè se andiamo a guardare nel tuo passato professionale (anche il medio recente) avrai fatto anche tu cose del genere. Ti dico anche che è stata davvero una bella due giorni. e che tu, persona con cui spesso ho scambiato tante opinioni personali e professionali ‘sta botta deludi. Ma pure de brutto. Ce poi fa altri mille commenti, te ripeto. Più di qualcuno si sta facendo una bella risata. Io per primo, ma rido per non piagne. Davvero

Un attacco personale per aver espresso opinioni, condivisibili o meno ma di certo non offensive e soprattutto argomentate. Il classico “non sai cosa è stato fatto e non puoi parlare” o “tutta invida per non esserci stato” tra i grimaldelli sbroccosferici. E’ banale che se metti 20 persone in una SPA per un weekend il ritorno di immagine sarà positivo, ma è altrettanto normale che chi ‘subisce’ i contenuti abbia poi la possibilità di discutere sia dell’iniziativa sia del progetto.

E qui veniamo al progetto, sperando che il non aver partecipato al brainstorming non mi escluda dal fare qualche ragionamento. Un sito per annunci di lavoro per definirsi nuovo, rivoluzionario, social (tutto letto nei resoconti del weekend) dovrebbe avere ben chiaro cosa esiste sul mercato e dove ci si differenzia.

Il principio su cui si basa Jobberone è secondo me buono (non rivoluzionario nè nuovo): riuscire a soddisfare una ricerca di lavoro di profili intermedi e stagionali (specie nel settore alberghiero da cui gli ideatori provengono?), con focus sulle PMI e sulla ricerca di profili per utenti consumer (idraulici, babysitter, ecc). Annunci gratuiti per le aziende e gratuiti per chi cerca.

Spunti di discussione:
grafica e lunguaggio datati, per un posizionamento ‘nuovo e social’, non sono coerenti.
– Chiedere a chi cerca lavoro di registrarsi per leggere gli annunci è inusuale, probabilmente per una start-up meglio farli leggere a tutti e chiedere iscrizione per rispondere.
– I profili a cui si rivolge Jobberone (il lato ‘offerta’) sono anche quelli meno propensi al digitale. L’idraulico posta le offerte di lavoro su Web?
– il meccanismo social (e di rewarding #one, sul modello +1 di Google) funziona quando hai una community ampia e diffusa ma il mercato finale di Jobberone rischia di essere ristretto : prendiamo una città di medie dimensioni (250mila abitanti?), che probabilità c’è che un idraulico (ma potrebbe essere un qualsiasi altro profilo) sia su Jobberone (1%?) e che una serie di utenti possano dare feedback reale (quindi siano iscritti al sito e abbiano usato l’idraulico… 10%?) perchè il meccanismo sia significativo? Le raccomandazioni LinkedIn sono spesso sollecitate dall’owner del profilo e sono molto simili a ‘marchette’ più che feedback strutturati e oggettivi… in cosa il meccanismo può essere diverso e in cosa può avere numeri significativi?
– Il tessuto PMI è tipicamente italiano: ha senso investire oggi su una start-up che già all’inizio si autolimita ad un piccolo (rispetto al mercato gloibale) mercato, escludendo altri mercati?
– esistono numerosi competitor sul mercato, sia globali (LinkedIn, Monster et similia) sia locali (annunci dei quotidiani come Corriere e Repubblica, siti come Jobrapido, ecc): quali sono gli elementi differenzianti di Jobberone?
manca un business model solido: se il modello è puramente basato sulla pubblicità profilata, i volumi devono essere enormi (in termini di profili caricati e di annunci). I centomila iscritti dichiarati per far camminare il modello da solo possono non bastare: servono profili e annunci, per creare traffico. Serve una pubblicità che remunera il traffico, per fare fatturato. Un modello adv-based è facilmente replicabile dai competitor che già oggi sono sul mercato, molti usano un modello misto pubblicità-annunci a pagamento già oggi. Dov’è l’elemento differenziante?

Per altri ragionamenti, serve un weekend alla SPA per rigenerare la mente e dare nuovi spunti 😀