Torno sull’argomento Internet mobile dopo aver letto numerosi commenti sulla blogosfera italica. Come già sapete, Vodafone sta comunicando che dal 20 novembre prossimo limiterà la connessione a chi utilizza VoIP e P2P.

In sostanza Vodafone analizza il traffico dei propri clienti, filtra quello che non fa comodo al business infrangendo il principio di neutralità della rete (principio secondo cui un bit è un bit e il carrier non può dare differenti priorità a seconda dei servizi).

In rete se ne parla parecchio: Quintarelli, Mantellini, Gaspar Torriero, Longo, Scorza, Pierani, Tolardo e molti altri. Sulla stampa cartacea, in televisione, in radio invece non se ne parla affatto. Dimostrazione che la decisione di Vodafone non è percepita come un problema dai giornalisti… o più probabilmente che la società britannica, essendo tra i maggiori investitori pubblicitari sui media italiani, è ‘intoccabile’ (molte delle persone che ne parlano in rete scrivono anche su testate cartacee di grande diffusione…).

E’ una decisione grave nell’immediato per parte dei clienti Vodafone, ma è grave sopratutto per gli effetti collaterali negativi nel medio e lungo periodo su tutto il mercato Internet italiano. Le reti dei due grandi operatori dominanti sono sature, tanto da costringere ad usare il 2G per la voce e il 3G per i dati (e nonostante questo avendo percentuali di caduta chiamate non irrilevanti): invece di aumentare la capacità, si preferisce filtrare il traffico.

Nel breve, la decisione danneggia gli utenti che hanno scelto un contratto Vodafone decidendo di pagare più della media (qualsiasi comparativa Internet mobile dimostra che Vodafone ha offerte tra le più care) per avere in cambio una connessione Internet senza paletti. Questi clienti devono, perchè la limitazione sia valida, ricevere una comunicazione specifica, dettagliata e ad personam. Se non la ricevono, le condizioni contrattuali non possono cambiare. Se la ricevono, possono recedere dal contratto senza pagare penali o costi di alcun tipo.

E’ ovvio che chi usa VoIP, P2P o chi ha a cuore la net neutrality, cambierà operatore. E’ possibile, e consigliato per come la vedo io, recedere dal contratto anche per i clienti che hanno stipulato un contratto iPhone, strapagandolo e trovandosi adesso limitazioni varie e trovandosi a pagare il tethering a parte (altra novità Vodafone delle ultime settimane…).

Dubito purtroppo che l’utente medio disdica, e qui si passa agli effetti negativi di medio periodo. Vodafone avrà ottenuto una ‘fuga’ di heavy users, che saranno passati ad altri operatori. Pochi clienti persi, molti TB di dati risparmiati: un successo, dal punto di vista commerciale.

Rovesciando gli heavy users sui concorrenti, costringerà gli stessi ad introdurre limitazioni simili. Ipotizziamo che ci siano due operatori mobili A e B, entrambi con 3 clienti che pagano 10 euro/mese e effettuano rispettivamente traffico per 1, 30 e 50 MB. Ipotizziamo che l’operatore A abbia una rete che sopporta 25 MB a utente e debba quindi trovare il modo di rientrare nei limiti, l’operatore B abbia 30 MB/utente di capacità e dunque non abbia problemi.

Mediamente l’operatore A avrà un traffico circa 27 MB per utente e un incasso totale di 30 euro (semplificando, diciamo che c’è un rapporto di 1 euro per ogni MB): il cliente che fa 1 pagherà più di quanto consuma, il cliente da 30 sarà in linea, il cliente da 50 userà più banda di quanta effettivamente ne paga.

Ipotizziamo che il cliente da 50 sia costretto ad andarsene per le limitazioni imposte dall’operatore A, che ha una rete sovraccarica e deve trovare il modo di alleggerirla. Il cliente sceglie quindi di andare in B. A avrà 2 clienti da 1 e 30 MB, incasserà 20 euro e avrà un consumo di 15,5 MB per utente (quindi incasserà più di prima: da 1 euro/MB a 1,3 euro/MB, il 30% in più). Avrà clienti più soddisfatti, perchè ha liberato la rete che prima era satura.

L’operatore B, che con i 3 clienti iniziali garantiva servizio eccellente e prezzi abbordabili, si trova ad avere 4 clienti: uno da 1 MB, uno da 30 MB e due da 50 MB. Totale: quasi 33 MB a cliente, incasso di 40 euro e passaggio da 1 euro/MB a 1,2 euro/MB. L’operatore B guadagna meno dell’operatore A e si ritrova ad avere una rete satura. E’ evidente che aggiungendo clienti da 50 MB, via via l’operatore B si troverà costretto ad introdurre le stesse limitazioni per riuscire a ‘sopravvivere’ (oppure dovrà aumentare la banda, aumentando i costi e quindi i prezzi).

E qui arriviamo agli effetti collaterali di lungo periodo introdotti dalla decisione di Vodafone: tutti gli operatori introdurranno le limitazioni, e sul mercato italiano Internet non sarà più neutrale.

E’ davvero quello che vogliamo?

Update:
visto che la discussione prosegue sia nei commenti di questo post sia sul blog di Stefano, vi segnalo il post sulla service neutrality. Concordo al 100% con quel post 🙂