Nel DDL Sicurezza di cui tanto si discute, e già approvato in Senato, è stata infilata anche questa politicazzata:

Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

Si tratta di una proposta che deve arrivare alla Camera, dove speriamo sia abolita. Se passasse, la censura diventerebbe legge dello stato italiano, contro la costituzione e contro qualsiasi principio etico. E contro qualsiasi ragionevole tecnologia, visto che filtrare i contenuti è spesso impossibile (o comunque molto costoso).

Chiunque abbia un minimo di conoscenza del Web, sa che questo paragrafo è non applicabile. Chiunque abbia a cuore il Web, sa che certi politici che legiferano a caso dovrebbero cambiare mestiere. Io continuo a pensare che le speranze di avere un Paese migliore si vadano riducendo.