Torno volentieri sull’argomento Facebook Connect (per chi ha WordPress, come segnala Daniele nei commenti, è embeddabile) , dopo aver letto i commenti al post.

Scrive Gino di Mobnotes:
Facebook non produce contenuti, è una rete estesa ma vuota… nella mia precedente esperienza nel mondo dei blog, Splinder era amato/odiato… ma almeno spingeva l’utente a “produrre”. Se volevi un blog, ed i blog erano di moda, non potevi non averlo, dovevi spremere il cervello e scrivere qualcosa. Dov’è il vaolre di Facebook? Ovviamente non parlo del valore relativo ai darti personali che regaliamo a Zuckerberg con tanta facilità…
Per me, è questo il senso di FB Connect, riempire questo vuoto di contenuti; e infatti tra le policy per utilizzare Connect si legge esplicitamente che i siti partner devono produrre contenuti che verranno condivisi sul Feed utente…

Credo che il punto sia proprio questo: Facebook è un’enorme scatola vuota, un esteso aggregatore di contenuti e dati personali, un’abilitatore di relazioni sociali. In questo non è molto dissibile da Google, che con i propri servizi aggrega (frulla trita sminuzza e ricompone, come un robot da cucina) quello che c’è in giro per il Web, mettendolo in una forma ‘comoda’ e accattivante per gli utenti.

L’interesse (di Facebook, di Google, di altre piattaforme) è quello di riempire la scatola, di migliorarla e – in qualche modo – di inglobare i servizi esterni. Una sopra di conquista del mondo Internet esterno per ‘facebookizzarlo’.

Per l’utente è abbastanza trasparante: Connect permette di usare il login Facebook per utilizzare altri servizi su siti terzi. Tutto qua, nulla di sconvolgente. L’enorme implicazione è però la relazione tra i servizi Web terzi e Facebook stessa: chi accetta di ‘aprire’ a Facebook Connect accetta di ‘regalare’ i contenuti creati dai propri utenti a Facebook. Che in questo modo diventerà sempre di più un aggregatore, un centro stella verso ciò che il Web e i suoi utenti producono ogni secondo.