Bel pezzo di Carnevale Maffè su MIlano Finanza. In sintesi:

Intemazionalizzarsi senza cassa, come ha annunciato di voler fare Bernabé, e senza la leva di scambio di un titolo che è ai minimi storici, non è sfida facile. Il manager di Vipiteno sembra volersi ispirare al modello di intemazionalizzazione dell’Eni negli anni 90. In effetti, ci sono elementi di similitudine tra l’attuale Telecom e l’Eni di 16 anni fa, quando Bemabé ne prese le redini. Devastata dall’interferenza della politica, indebitata, strategicamente fragile in un mercato ormai diventato globale, ma ricca di competenze specifiche, Eni fu guidata verso il rilancio da una politica di partnership selezionate e differenzianti rispetto ai big del settore. Leva fondamentale fu l’uso strategico di know-how formalizzato usato come moneta di scambio per ottenere posizioni di rendita in paesi strategici per l’approvvigionamento energetico. L’embrione di strategia enunciato da Bernabé dovrà fondarsi su tre punti chiave: a) la definizione di un modello di proprietà intellettuale su processi e tecnologie, come l’integrazione fisso-mobile, o la migrazione dalla telefonia cellulare 2G all’accesso mobile broadband, che consenta l’estrazione di future rendite, e non il semplice pagamento una tantum di prestazioni di servizio; b) un insieme di alleanze strategiche internazionali, sull’esempio di quelle stipulate da BT con pochi selezionati partner tecnologici globali, al posto dell’attuale lenzuolata di decine di accordi dispersivi e senza respiro strategico, di fatto poco più che contratti di licenza o rivendita di tecnologia per il mercato interno; c) l’accordo con uno o più pariner finanziari internazionali, disposti a investire i capitali freschi che mancano a Bernabé, con un modello replicabile di creazione di valore, che veda Telecom solo parzialmente coinvolta nei diversi strati infrastrutturali locali che richiedono alta intensità di capitale, ma con un ruolo di primo piano sullo strato industriale dei servizi e delle soluzioni.