Sale il numero delle pratiche di MNP (la portabilità dei numeri di cellulare tra operatori diversi) che Tim, Vodafone, Wind e 3 dovranno gestire. Strade differenziate a seconda delle dimensioni, lo ha deciso il Garante.

Tim e Vodafone dovranno gestire 12.000 richieste al giorno, contro le 9.000 che dovrebbero già gestire oggi. Wind e 3 rimarranno a 9.000, ma dovranno comunicare di mese in mese le richieste ricevute e, se queste saranno superiori a 8.000, automaticamente il mese successivo si salirà a 12.000.

Il tema più rilevante della MNP, però, è a mio parere la retention. E’ cosa nota ormai a tutti che chiedendo la portabilità del proprio numero dall’operatore A all’operatore B, nel tempo tecnico necessario per il passaggio è probabile che l’operatore A faccia un’offerta vantaggiosa al cliente per rimanere e annullare la richiesta di portabilità. Spesso (la tipologia di offerta dipende dal “valore” del binomio cliente-sim) il cliente annulla la portabilità, rimanendo con l’operatore originario.

In linea teorica, questa pratica non è permessa. E’ evidente che questo nel breve crea un vantaggio per il cliente (non a caso ci sono dei veri e propri ‘professionisti della MNP’), ma è altrettanto evidente che gli operatori con le spalle più larghe riescano a fare offerte migliori, magari sottocosto nel breve periodo, pur di trattenere i clienti migliori e non cederli alla concorrenza.

Un operatore che ha un capitale sociale di 2 miliardi di euro circa e che stacca una cedola ai propri azionisti pari a 2 miliardi di euro perchè “ha riserve in eccesso” – insomma ha soldi che escono dalle tasche e non sa più dove metterli – secondo voi non può permettersi di fare dumping più efficace rispetto ad un operatore che ha a malapena raggiunto l’utile o che è ancora in passivo?