Come spiega La Stampa, parte a Torino la sperimentazione del DVB-SH, la tecnologia per Tv Digitale mobile che sfrutta sia i classici ripetitori a media potenza (quelli della tv classica), sia i gap filler a bassa potenza delle reti DVB-H, sia il segnale satellitare.

Alcatel-Lucent, 3 Italia e Rai lanciano il primo banco di prova in Italia della tv mobile basata sullo standard Dvb-sh, il nuovo standard che permette l’integrazione con reti ibride satellitari-terrestri. Il Dvb-sh (Digital video broadcasting-Satellite Services to Handhelds) è una evoluzione del Dvb-h, che fornisce una più elevata efficienza spettrale e permette l’integrazione con reti ibride satellitari/terrestri. In questo nuovo progetto, basato sulla soluzione Unlimited Mobile Tv di Alcatel-Lucent, per la prima volta al mondo si utilizza una rete terrestre a più livelli che comprende sia i trasmettitori a bassa potenza propri degli operatori mobili sia quelli a media potenza tipici dei broadcaster, spiega la nota Rai.

La sperimentazione partirà da Torino, dove già durante le Olimpiadi Invernali del 2006 la Rai sperimentò il DVB-H (ho avuto l’opportunità di essere tra i tester), in collaborazione con Tim e usando terminali Sagem (a lanciare il primo servizio commerciale al mondo fu poi 3 Italia durante i mondiali di calcio, sempre nel 2006).

La sperimentazione sarà curata per la Rai dalla Direzione strategie tecnologiche, da Raiway e dal Centro ricerche e innovazione tecnologica. La prima fase di prova, tra il dicembre 2007 e marzo 2008, sarà un test per provare le capacità del Dvb-sh di supportare un elevato numero di canali di tv mobile ad alta qualità, in varie condizioni di utilizzo. In una seconda fase, il segnale broadcast da satellite sarà emulato da un trasmettitore situato su un elicottero ad una elevata altitudine; per analizzare situazioni di utilizzo reale, saranno distribuiti dei terminali commerciali Dvb-sh a un campione di clienti. In una prospettiva di più lungo termine verranno effettuati test con satelliti operativi in collaborazione con un primario operatore satellitare.

Questa sperimentazione rimette in gioco la Rai, che secondo qualcuno aveva rinunciato al DVB-H in favore del DMB. Come già scritto all’epoca, non si tratta(va) di scarsa convinzione nella tecnologia, quanto di un mero ragionamento basato sulla scarsità di risorse economiche a disposizione.

“La Rai, nell’ottica del servizio pubblico, è interessata a fornire al pubblico italiano contenuti di tv mobile di alta qualità, basati su diverse tecnologie”, spiega in una nota il direttore generale della Rai, Claudio Cappon. “In questa prospettiva, è nostra responsabilità anche esplorare soluzioni tecnologiche innovative, come il Dvb-sh, per ottimizzare i costi della distribuzione dei nostri servizi a un pubblico sempre più ampio”.