A proposito di giornalisti e blogger [via]

Quando sento certi giornalisti pigri e conformisti ripetere che “il problema con internet e con i blog è che le cose non sono verificate, e ci si trova di tutto senza nessun controllo se sia vero o no”, suggerisco loro di dare un’occhiata ai giornali di carta e come vengono fatti: “le cose non sono verificate, e ci si trova di tutto senza nessun controllo se sia vero o no”. Oppure chiedo loro di non usarle, le fonti di internet, e di continuare a controllare certosinamente le fonti e le notizie come hanno sempre fatto (ironia), salvando il mondo. In tutto questo – non è la prima volta che accade – è buffo quando le redazioni copiano pari pari le cose che trovano in rete, senza neanche citare la fonte. Magari qualche tempo prima gli stessi giornali avevano scritto: “L’autorevolezza di Wikipedia è finita più volte sotto la lente di giornalisti ed esperti che ne hanno contestato la validità delle definizioni”.
Questo è il
Giornale: “Sessantadue anni, Aung San Suu Kyi è una politica birmana attiva da molti anni nella difesa dei diritti umani. Sin da giovane si impone nella scena nazionale del suo paese, devastato da una pesante dittatura militare, come leader di un movimento non-violento, tanto da meritare i premi Rafto e Sakharov, prima di essere insignita del premio Nobel per la pace nel 1991. La vita di Aung San Suu Kyi, è stata travagliata già dai primi anni di vita, infatti suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, dopo aver negoziato l’indipendenza della nazione dall’Inghilterra nel 1947, fu ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie, Khin Kyi e altri due figli, uno dei quali sarebbe morto in un incidente. Dopo la morte del marito, Khin Kyi, la madre di Aung San Suu Kyi, divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960”
Questa è
Wikipedia: “Aung San Suu Kyi – in birmano , [àu? s?á? s? t?ì] – (Rangoon,Ê19 giugnoÊ1945) è una politica birmana, attiva nella difesa dei diritti umani. Sin da giovane si impone nella scena nazionale del suo paese, devastato da una pesante dittatura militare, come una leader del movimento non-violento, tanto da meritare i premi Rafto e Sakharov, prima di essere insignita del premio Nobel per la pace nel 1991. La vita di Aung San Suu Kyi è stata travagliata già dai primi anni di vita. Suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, dopo aver negoziato l’indipendenza della nazione dall’Inghilterra nel 1947, fu infatti ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie, Khin Kyi, e altri due figli, uno dei quali sarebbe morto in un incidente. Dopo la morte del marito, Khin Kyi, la madre di Aung San Suu Kyi, divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960”. Hanno tolto “una”.