Lo scorso fine maggio, Agcom ha approvato la delibera che introduce il bitstream sul mercato italiano. Scrivevo il 23 maggio:

In sostanza, una nuova modalità di vendita della banda larga all’ingrosso, che dovrebbe favorire la nascita di offerte competitive da parte dei gestori alternativi (e, sostiene qualcuno, affossare definitivamente l’ULL dati per via dell’indipendenza tecnica da Telecom che il bitstrean access dà ai gestori alternativi).

Come sottolinea PI di oggi, però, c’è il rischio che l’arrivo del bitstream rappresenti un’involuzione e non una rivoluzione: Telecom potrebbe fissare prezzi addirittura maggiori degli attuali e l’Agcom interverrebbe solo ad autunno inoltrato.

Un ritardo inaccettabile, tanto che l’Associazione dei provider AIIP ha inviato una lettera aperta, preceduta da queste considerazioni:
A fronte della nuova regolamentazione, Telecom Italia è tenuta a presentare entro la settimana prossimo la nuova offerta per la larga banda all’ingrosso. AIIP è seriamente preoccupata della possibilità che Telecom Italia, come già avvenuto, adotti una tattica dilatoria presentando un’offerta lontana dalle migliori condizioni praticate in Europa, al solo fine di sfruttare i tempi richiesti da un intervento dell’Autorità per la modifica dell’offerta.

Come fa notare Stefano, la Contabilità Regolatoria di Telecom Italia è stata fornita con ritardi anche di anni, raramente c’è stata qualche società di revisione che la certificasse e, non essendo reato fornire informazioni false, molti sollevano dubbi sulla sua attendibilità.