Il tam tam funziona e la “Fibra che ride” rimbalza sul Web con ottimi risultati. Scrive Stefano:

Di un’altra grande opera infrastrutturale, che è fondamentale per il futuro della società e dell’economia, che ci accompagnerà per i prossimi 60 anni, invece, non si è parlato assolutamente. (si è parlato del suo proprietario, ma non dell’opera). E’ la cosidetta “rete di nuova generazione”. Riguardo la scelta della modalità realizzativa,ci sono diverse alternative ed ognuna di queste e’ come decidere di fare o meno un tunnel, scegliere un tracciato ferroviario : portare la fibra fino in casa (Fiber to the home: FTTH), o portarla ad un nodo (Fiber to the node: FTTN) e il nodo in questione potrebbe essere il palazzo (Fiber to the building: FTTB) o il marciapiede (Fiber to the Curb: FTTC).

Sarà anche vero che la banda non basta mai, ma è altrettanto vero che oggi non c’è questa grande richiesta di banda da parte degli utenti. Ovvero: se prendiamo per buona la slide Telecom Italia proiettata la scorsa settimana da Riccardo Ruggiero, la penetrazione della banda larga in Italia è già al 95% sui 4 Mbps e al 50% sui 20 Mbps . E, aggiungo io, all’80-85% della popolazione è accessibile la banda larga mobile a 1,8-3,6 Mbps. Ma gli italiani non usano la banda larga. O meglio, una piccola percentuale di utenti usa la banda larga, una larga percentuale non sa nemmeno cosa sia il Web.

La useranno tra 10 anni? Possibile, per questo è necessario ragionare su strategie e infrastrutture di lungo termine. Non possiamo fare a meno di discutere e di immaginare come sarà il futuro, quali tecnologie sopravviveranno e quali scompariranno. L’errore cvhe non possiamo permetterci di fare, come sistema-Paese, è di credere che esista già oggi chi ha la soluzione. Vorrebbe dire ammettere che qualcuno conosce il futuro esattamente: così non è, al limite ha una propria idea (supportata da fatti, numeri, previsioni, ragionamenti).

Sulle connessioni fisse, mentre è chiaro che FTTB è sub-ottimale rispetto a FTTH in senso assoluto, in un’ottica di ottimo vincolato (chi ha minime nozioni di ricerca operativa sa di cosa parlo…) l’FTTB potrebbe essere una soluzione accettabile. Almeno fino alla fine del decennio, la banda larga che serve non va oltre i 3-4 Mbps per persona. Il collo di bottiglia, ne sono consapevoli operatori fissi e mobili, si è ormai spostato dall’accesso al trasporto (backhauling).

A questo punto potremmo concludere che oggi FTTH non serve, ma che servirà tra 5-10 anni (in fin dei conti anche il telefono fisso agli albori era ritenuto un aggeggio diabolico e senza futuro. Per chi vuole approfondire, un bel testo è quello di Fisher, Storia sociale del telefono, UTET Libreria, Torino 1995). Anche in questo caso, è vero: tra 10 anni FTTH potrebbe essere fondamentale.

Potrebbe, e sottolineo potrebbe. Perchè tra 10 anni potrebbe anche esserci una tecnologia wireless che rende inutile la fibra fino all’appartamento: i 5-10-50 Mbps che mi servono viaggiano nell’etere tra la casa e la cantina (o la centralina, nel caso di FTTC), e da lì parto in fibra. Oppure potrebbe esserci una tecnologia alternativa sia alla fibra sia al wireless che rende già oggi obsoleti alcuni ragionamenti. Potrebbe. Potrebbe.
E’ uno scenario possibile? Certo, almeno quanto quello che vede FTTH come “la soluzione”. In fin dei conti il mito del WiMax come panacea contro il digital divide è creato (anche) dai newcomer fissi che vogliono mettere un piede nel mobile, ma chi conosce a fondo le diverse tecnologie sa che l’efficienza spettrale dell’HSPA (in versione LTE) è la stessa del WiMax. Eppure leggendo i quotidiani sembra che il WiMax sia “la soluzione”. Ne siamo così sicuri? Doveva esserlo anche il WiFi, ricordate? Ok, qualcuno potrebbe dire “in Italia è stato ucciso dalla regolamentazione”, ma anche all’estero non mi pare che stia facendo sfracelli sotto il profilo del business…
Questa disquisizione per frenare i facili entusiami: la soluzione – quella unica, definitiva, assoluta, la migliore – non esiste, esistono più scenari possibili. Qualcuno più credibile, qualcuno meno, qualcuno più probabile, qualcuno meno. Ma non esiste un unico scenario. La fribra ride, ma potrebbero ridere anche altre tecnologie. Sediamoci ad un tavolo, perchè discutere, condividere, pensare e ripensare è fondamentale per il futuro del nostro Paese.
In tutto questo, un grazie a Stefano, e lo dico davvero: mi costringe – ci costringe!- a pensare…. che di questio tempi non è poco!