Ha creato allarmismo in parecchi utenti l’articolo di Punto Informatico firmato da Alessandro Longo che riassume la situazione dell’ADSL italiana e delle possibili evoluzioni. Leggendo il titolo (“ADSL italiana cambia tutto”) sembra che sia prossima una rivoluzione, leggendo l’intero pezzo ci si rende conto che in realtà (e per fortuna) tutto è ancora in discussione.

Le novità sono ancora potenziali, è tutto un “potrebbe essere” e “forse sarà”. Merito comunque a PI che riassume, primo tra i quotidiani, tutte le tematiche ADSL su cui si discute in questi giorni nelle sedi istituzionali e non. Quando l’Agcom prenderà posizione, ci sarà certamente un’evoluzione del mercato italiano, in meglio o in peggio.

In particolare, viene dato risalto al canone aggiuntivo che Telecom Italia vorrebbe imporre sulle linee ADSL solo dati per limitare il fenomeno del VoIP. Ma questa purtroppo non è una novità: Telecom sin da giugno scorso cerca di imporre questo nuovo balzello, e l’Autorità a giorni darà all’ex monopolista una nuova fonte di introiti.

Manca a ben vedere un argomento altrettanto importante, la copertura: mentre c’è chi discute se offrire i 12 o i 24 Mbps, ci si dimentica che diverse milioni di italiani si accontenterebbero di una ADSL da 640 Kbps per buttare il modem analogico che ancora oggi sono costretti ad utilizzare. Il problema del digital divide e della copertura non sembra però interessare le istituzioni e sembra interessare poco (troppo poco) anche i media.