Dopo mesi di pressioni e la minaccia di tagliare posti di lavoro, l’ex monopolista tedesco Deutsche Telekom sembra avercela fatta: per due anni il Governo non regolamenterà l’accesso alla nuova rete a banda larga, un investimento da 3 miliardi di euro. Contro questa decisione, si schierano ovviamente i concorrenti, da British Telecom (il CEO accusa il Governo di protezionismo) ad AOL.

In sostanza, DT non dovrà vendere all’ingrosso gli accessi DSL: i concorrenti dovranno dunque investire in infrastrutture proprie oppure sopravvivere con offerte diverse.

Chi è a favore della decisione, spiega che è è l’unico modo per obbligare i concorrenti ad investire in infrastrutture, senza che vivano alle spalle dell’ex monopolista. Una tesi già sentita anche in Italia, dove Tronchetti Provera ha addirittura definito “parassiti” i gestori concorrenti, scordandosi che l’attuale rete Telecom Italia è la vecchia rete statale, (s)venduta ai tempi della privatizzazione. E scordandosi di verificare i conti Telecom Italia, sotto la voce “debito”…